Buongiorno,
recentemente ho assistito ad una conferenza nella quale sono stati invitati Paolo Fontana e Thomas Seeley. In questa conferenza Fontana ha ribadito che la rimozione della covata da fuco non ha impatto sulla crescita della varroa, per contro indebolisce il patrimonio genetico a disposizione.
Ovunque però si trova che questa pratica è efficace e raccomandata. Con questo intendo, nel mio caso in Ticino, che le associazioni regionali e nazionali sostengono di effettuare tale pratica.
Sempre a riguardo del tema genetico entrambi gli ospiti hanno sostenuto che come apicoltori abbiamo sbagliato a trattare contro la varroa al momento del suo arrivo perchè abbiamo impedito di portare avanti solamente quella genetica predisposta ad affrontare la varroa. Aggiungo però che non hanno fornito nessuna soluzione per "sistemare" l'errore commesso.
Cosa ne pensate?
Rimozione covata da fuco inutile
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- Rob
- Ape ceraiola
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- Iscritto il: 27/01/2018, 20:47
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Re: Rimozione covata da fuco inutile
Ciao Mugia.. 
la rimozione di qualsivoglia covata ha impatto sui cicli della varroa
questo perchè le asportazioni contengono sempre, seppur minime, quantità di varroe.. sul "libro" forse si trova altro, ma in apiario le dinamiche son quelle..
se ci mettiamo ad eliminare ogni fuco su una scala di migliaia e migliaia d alveari , forse si, stiamo erodendo un pò il patrimonio, ma eliminare 300 fuchi su un arnia che ne produce 3000 (come minimo) mi sembra poco realistico.. considerando che tutte le regine a una certa depongono i fuchi, mi pare che il "patrimonio mellifera" sia "in una botte di ferro".. per metter a rischio un determinato "ceppo" (o specie) andrebbe eliminato ogni singolo fuco utile alla riproduzione.. vi sembra mai possibile? a me pare ridicolo, visto il particolare sistema riproduttivo di quest animale.. mhà..
comunque qui non adottiamo questa tecnica per combatter la varroa
-------------------------------------
che facciamo? ci addentriamo in questo campo minato?
personalmente anche io credo che andrebbe data più fiducia alle api , ma lavorando concretamente e quotidianamente con questa specie , mi rendo conto che "la verità stà nel mezzo"..
purtroppo / per fortuna tra i mille risvolti e ambienti che l apicoltura tocca , ci son molti personaggi e (senza entrar nel dettaglio dei nomi) qualcun c azzecca, altri meno, ma tutti ci stiamo provando.. per un certo verso..
ho avuto la fortuna di conoscere ambienti come università e laboratori di ricerca, associazioni e fondazioni varie, professionisti e non del settore.. ognun ha le sue idee e a sentirli tutti son interessati al benessere dell animale, ma nessun riesce a dare una chiave di svolta.. perchè??
a parer mio ci si basa troppo poco sui risultati di campo, ciò che balza all occhio negli apiari di chi ci lavora dovrebbe esser di primaria importanza, ma a oggi le discussioni deviano su problematiche minori o non impattanti, oppure si trovano alternative dove non ve ne sarebbe reale bisogno.. l attenzione punta sempre ( e dico sempre) altrove, ovvero dove cè più guadagno.. io credo che le istituzioni siano mooolto colpevoli.. spesso offron aiuti e agevolazioni non concrete, promesse non mantenute, leggi pasticcione e prodotti inverecondi..
l Apicoltore non viene ascoltato!!
e dinamiche a bizeffe.. la mia è una battaglia per difendere l ape da queste dinamiche, giunsi su questo forum anni fa proprio chiedendo un incontro sul campo tra gli apicoltori.. a oggi l intento è il medesimo.. troviamo sempre personaggi senza alveari che presiedono il ruolo d importanza maggiore, ovvero condurci e guidarci in un "apicoltura a misura d ape"..
..

la rimozione di qualsivoglia covata ha impatto sui cicli della varroa
questo perchè le asportazioni contengono sempre, seppur minime, quantità di varroe.. sul "libro" forse si trova altro, ma in apiario le dinamiche son quelle..
se ci mettiamo ad eliminare ogni fuco su una scala di migliaia e migliaia d alveari , forse si, stiamo erodendo un pò il patrimonio, ma eliminare 300 fuchi su un arnia che ne produce 3000 (come minimo) mi sembra poco realistico.. considerando che tutte le regine a una certa depongono i fuchi, mi pare che il "patrimonio mellifera" sia "in una botte di ferro".. per metter a rischio un determinato "ceppo" (o specie) andrebbe eliminato ogni singolo fuco utile alla riproduzione.. vi sembra mai possibile? a me pare ridicolo, visto il particolare sistema riproduttivo di quest animale.. mhà..
comunque qui non adottiamo questa tecnica per combatter la varroa
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che facciamo? ci addentriamo in questo campo minato?

personalmente anche io credo che andrebbe data più fiducia alle api , ma lavorando concretamente e quotidianamente con questa specie , mi rendo conto che "la verità stà nel mezzo"..
purtroppo / per fortuna tra i mille risvolti e ambienti che l apicoltura tocca , ci son molti personaggi e (senza entrar nel dettaglio dei nomi) qualcun c azzecca, altri meno, ma tutti ci stiamo provando.. per un certo verso..

ho avuto la fortuna di conoscere ambienti come università e laboratori di ricerca, associazioni e fondazioni varie, professionisti e non del settore.. ognun ha le sue idee e a sentirli tutti son interessati al benessere dell animale, ma nessun riesce a dare una chiave di svolta.. perchè??
a parer mio ci si basa troppo poco sui risultati di campo, ciò che balza all occhio negli apiari di chi ci lavora dovrebbe esser di primaria importanza, ma a oggi le discussioni deviano su problematiche minori o non impattanti, oppure si trovano alternative dove non ve ne sarebbe reale bisogno.. l attenzione punta sempre ( e dico sempre) altrove, ovvero dove cè più guadagno.. io credo che le istituzioni siano mooolto colpevoli.. spesso offron aiuti e agevolazioni non concrete, promesse non mantenute, leggi pasticcione e prodotti inverecondi..
l Apicoltore non viene ascoltato!!
e dinamiche a bizeffe.. la mia è una battaglia per difendere l ape da queste dinamiche, giunsi su questo forum anni fa proprio chiedendo un incontro sul campo tra gli apicoltori.. a oggi l intento è il medesimo.. troviamo sempre personaggi senza alveari che presiedono il ruolo d importanza maggiore, ovvero condurci e guidarci in un "apicoltura a misura d ape"..

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